Appena trasferito a Glebe, la prima mattina mi sono incamminato di buona lena a piedi, con la ferma intenzione di raggiungere il centro città, tramite George Street, fino ai famosi “Sydney Harbour Bridge”, “The Rocks”, il limitrofo quartiere storico e “l’Opera House”…. ma per arrivarci ci ho messo 3 giorni, tale era la magnificenza di edifici che incontravo sulla mia strada, a partire dal quartiere di Broadway, attratto dalle visuali che si aprivano su panorami e spazi indescrivibili..mi sembrava di essere in un luna park dell’architettura.

I primi edifici che hanno attratto la mia attenzione sono state le due splendide torri del One Central Park, che l’architetto francese Jean Nouvel ha progettato con la collaborazione del botanico Marc Blanc. One Central Park (OCP) rappresenta il fulcro del progetto di riqualificazione dell’area, rispondendo alla domanda di residenze, necessaria per la prossimità del quartiere al centro, fulcro economico e commerciale di Sydney.

Il sistema di fioriere, lungo 5 km, che funge da mensole che proiettano ombra delle facciate, migliora il rendimento energetico, solitamente basso, delle torri residenziali, riducendo notevolmente l’impatto termico negli appartamenti, con circa il 25% di consumo di energia in meno rispetto alla media. Lo sviluppo verde verticale ha permesso di prolungare il bel parco antistante verso il cielo, lungo le sue facciate e di renderlo visibile a distanza. Sul lato sud si sviluppa in una sequenza di piastre piantumate, in modo che ogni appartamento sia dotato non solo di un balcone, ma anche del proprio piccolo parco; si soddisfa quindi sia la scala individuale, con piacevoli giardini privati, che la scala collettiva, con una scultura urbana verde. Sui lati nord, est e ovest, il verde assume le sembianze di un velo continuo con le pareti verdi, le fioriere continue e la vegetazione rampicante.

Ulteriore sfida progettuale è costituita dal volume totale, suddiviso in due torri di altezza diversa, per non ombreggiare eccessivamente il parco limitrofo. Sul tetto della torre più bassa 42 eliostati – specchi che seguono la luce solare- reindirizzano la luce del sole a 320 riflettori posti su un aggetto che sporge dalla torre più alta, i quali portano il fascio di luce verso il basso, illuminando aree che altrimenti sarebbero perennemente in ombra. Di notte, l’eliostato diventa un lampadario monumentale e appare nel cielo scuro come una piscina sospesa di piccole luci LED che simulano il riflesso scintillante dell’acqua.

Non me ne vogliano i Milanesi, ma subito la mia mente è corsa a fare un confronto tra questo giardino verticale e il bosco verticale milanese dell’architetto Boeri; malgrado i prestigiosi premi vinti da quest’ultimo, e i successivi incarichi per edifici analoghi in giro per il mondo, le torri di Nouvel, le ho trovate di gran lunga più accattivanti, accompagnate inoltre da una pregevole sistemazione degli spazi pubblici antistanti per ora non ancora completata a Milano.

A completamento della riqualificazione della zona, è in corso di realizzazione un nuovo complesso residenziale, DUOSYDNEY, progettato da Foster & Partner. Se devo dire la verità però, le immagini fotorealistiche del progetto, trovate in rete, a mio modo di vedere eccessivamente monumentali, non sembrano assolutamente all’altezza delle torri di Nouvel.

Nel prossimo post parlerò dell’UTS, l’università di tecnologia, arricchita recentemente da un edifico dell’Arch. Gehry.

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